Acireale battuto. Catania travolgente e irraggiungibile

 Acireale battuto. Catania travolgente e irraggiungibile

La strada è ancora lunga ma il Catania è uno schiacciassassi e non conosce ostacoli. In un pomeriggio tipicamente londinese, dal cielo plumbeo e mai gradevole, i ragazzi di Ferraro incrociano l’Acireale per un confronto che mancava da 29 anni. Il mister questa volta non presenta sorprese nella formazione, riproponendo Lodi in cabina di regia col classico tridente offensivo composto da Sarno, Sarao e De Luca. Sulle corsie spazio per i collaudati Vitale e Rizzo, in difesa Boccia è preferito a Somma, con Lorenzini, Castellini e Rapisarda pedine inamovibili.

Complice il maltempo lo stadio non presenta i numeri ipotizzati alla vigilia ma è sempre il santuario rossazzurro, carico di energia e passione. La partita non è bella, giocata soprattutto a centrocampo per la diga eretta da Costantino con il Catania imbrigliato e incapace di sviluppare il suo consueto gioco incisivo. Le prime fiammate della gara le produce proprio l’Acireale: corre l’11° quando Limonello parte da sinistra e dopo una rapida sterzata scaglia un pallone velenoso che impegna Bethers. Sul calcio d’angolo che ne consegue stacco di testa di Guarino e palla di poco alta sulla traversa. Solo al 20° i rossazzurri si fanno pericolosi, con Vitale che in area intercetta un cross di Boccia ma il suo tocco è impreciso e la palla s’impenna finendo alta. La partita prosegue blandamente con i granata ben organizzati e sempre pronti a ribaltare il fronte d’attacco ma raramente pericolosi. Quando i calciatori hanno la testa negli spogliatoi, il Catania passa: è il minuto 46 e Rapisarda mette in mezzo un lungo cross che Cannino di testa indirizza nella sua porta nel tentativo di anticipare De Luca. Il vantaggio del Catania chiude il primo tempo.

La ripresa si apre con i rossazzurri più ispirati, decisi a chiudere definitivamente i conti per evitare brutte sorprese. E il Catania potrebbe segnare facilmente dopo 15 minuti con Russotto, entrato al posto di Sarno, che mette al centro un cross che De Luca corregge verso la porta con poca determinazione. Sulla ribattuta del portiere Rizzo calibra un preciso rasoterra, porta vuota ma pallone respinto incredibilmente sulla linea da De Luca rimasto a terra nell’area piccola. Occasione sublime mandata alle ortiche. Al 63° ancora Russotto, oggi in forma smagliante, mette in movimento Sarao che però non trova la deviazione vincente. Entrano in campo anche Jefferson, Palermo e Ferrara in sostituzione di De Luca, Sarao e Lodi e al 78° proprio Palermo è protagonista di una bella ripartenza con servizio puntuale per Jefferson, pallone a giro ma tiro fuori bersaglio. Il Catania protesta vivacemente all’88° per uno sgambetto evidente a Castellini in area di rigore, in netto anticipo sul difensore granata. L’arbitro non fa una piega e lascia che il gioco prosegua. Decisione incomprensibile. Dopo 7 minuti di recupero il signor Andeng Tona Mbei, di origini senegalesi, fischia 3 volte e sancisce il successo del Catania.

I punti di distacco diventano tredici per il riposo forzato del Lamezia, costretto al rinvio della partita per i casi di Covid registrati tra gli uomini della Mariglianese. Gara posticipata a mercoledì 7 dicembre.

I rossazzurri tornano a vincere, non brillando ma restando maledettamente cinici. Il Catania è squadra inesorabile con i suoi 29 gol a fronte solo di 6 marcature subite. Una differenza reti di +23 è un dato oggettivo, incontrovertibile nella sua forza di lettura del campionato. La squadra di Ferraro subisce poco, molto poco, e segna tanto con il valore tecnico che custodisce. Che piaccia o meno è un fatto certo che può condurre agevolmente all’unico obiettivo della stagione: la promozione.

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